SANTUARIO SANT'ANTONIO
L'armoniosa
imponenza dell'edificio conventuale che si intravede tra il verde,
situato in bella posizione panoramica, domina l'intera valle. Alle
bellezze naturali si aggiungono quelle artistiche della chiesa e degli
ambienti conventuali. Chi vi entra, rimane estasiato di fronte alla sua
bellezza che si esprime attraverso la grazia rinascimentale e
l'esuberanza del barocco i cui numerosi dipinti, intarsi lignei,
affreschi e sculture offrono al visitatore una ineguagliabile visione.
Interessante per stile e composizione è il ciclo di affreschi con gli
episodi della vita di Cristo nella fascia superiore della navata che
richiama ai grandi pittori del rinascimento. La sensazione di stupore
per la ricchezza decorativa della chiesa è data dalla visione del
soffitto cassettonato nel quale sono inserite le famose tele di Michele
Ragolia (1666). Grande risalto nell'ornamentazione è dato dalla
scenografica cupola raffigurante la Gloria del Paradiso, affrescata dal
napoletano Domenico Sorrentino e datata al 1681-83. La chiesa si
caratterizza per i notevoli lavori in legno intagliato e policromo con
decorazioni scolpite a bassorilievo: il pulpito con i miracoli di S.
Antonio, la cantoria dell'organo con i dodici apostoli ed i
caratteristici confessionali. Lungo le pareti dell'abside è l'imponente
coro dei frati che rappresenta uno dei pochi esempi di intaglio ligneo
del secolo XVII ancora conservato nel salernitano. Di particolare e
raffinata bellezza scultorea è il Crocifisso in legno d'ulivo dalle tre
differenti espressioni del volto, opera di frate Umile da Petralia
(1636).
La scultura rileva stupefacenti virtuosismi tecnici ed è frutto di una consumata abilità e di una intensa spiritualità tipicamente francescana. Lo scultore si esprime con un linguaggio realistico, che esalta la figura drammatica e umana del Cristo. Il volto sublime del crocifisso attira decisamente l'attenzione dei fedeli; è di una espressione singolare e commuovente,da qualunque lato lo si contempli. Il Crocifisso, come ci attesta un antico manoscritto, fu ricco di "ex voto" e meta di continui pellegrinaggi da tutta la zona circostante.
La scultura rileva stupefacenti virtuosismi tecnici ed è frutto di una consumata abilità e di una intensa spiritualità tipicamente francescana. Lo scultore si esprime con un linguaggio realistico, che esalta la figura drammatica e umana del Cristo. Il volto sublime del crocifisso attira decisamente l'attenzione dei fedeli; è di una espressione singolare e commuovente,da qualunque lato lo si contempli. Il Crocifisso, come ci attesta un antico manoscritto, fu ricco di "ex voto" e meta di continui pellegrinaggi da tutta la zona circostante.
IL PRODIGIO DELLA LACRIMAZIONE
nel
2010 il 12 giugno, vigilia, e il 13 giugno giorno della festa di
Sant'Antonio è avvenuta la lacrimazione di Sant'Antonio raffigurato in
un busto ligneo del XVII secolo, statua che il 13 giugno attraversa, in
processione, le vie del paese.
Il 13 febbraio 2011, il Vescovo, della Diocesi Teggiano -
Policastro, Mons. Angelo Spinillo, oggi vescovo di Aversa, dopo che
l'evento è stato studiato da una commissione diocesana, ha emanato un
decreto che attesta la veridicità dell'accaduto. In quella stessa
occasione, Mons. Spinillo ha sigillato in una teca i panni usati per
asciugare le lacrime della Statua, che quindi sono divenute "Reliquie"
testimonianza del Miracolo.