Lapis Pollae (II° sec. a.c.) Il Lapis Pollae o Elogium di Polla è un’epigrafe collocata su un cippo moderno davanti alla Taverna del Passo che per miracolo è stata conservata integra fino a noi senza che l’incuria del tempo e le offese degli uomini la scalfissero. E rappresenta, perciò, il ricordo diretto che ha tramandato anche l’atto della costituzione di un Foro, enunciata dall’ultima riga dell’iscrizione. La Lapide è di pietra comune e di colore tendente al giallo, è alta 70 cm e larga 74. L’altezza delle lettere varia da 2 a 3 cm e la loro profondità è di appena 2 mm. Alla sinistra ha un margine abbastanza largo mentre alla destra le lettere sono spesso accavallate e rimpicciolite, segno evidente che lo scultore aveva calcolato con poca precisione la larghezza del rigo. La Lapide, dai margini ineguali e mal rifiniti, lascia intravedere che essa fosse stata inquadrata in un monumento, con la statua del console e con il nome scolpito sulla base. L’epigrafe è la testimonianza più antica della civiltà romana a Polla e in tutto il territorio circostante, risalente al II° secolo a.c. e descrive la costruzione della Via Annia da Reggio a Capua. Il titolare è il console Tito Annio Lusco che volle non solo dare alla Lapide una funzione celebrativa per se stesso (donde il nome di Elogium dato dal prof. Marzullo) ma anche una funzione pratica per coloro che, passando o sostando, vi leggevano le miglia percorse e quelle da percorrere (in totale 321). |
Il testo dell’iscrizione “VIAM. FECEI. AB. REGIO. AD. CAPUAM. ET IN. EA. VIA. PONTEIS. OMNEIS. MILIARIOS TABELARIOSQUE. POSEIVEI. HINCE. SUNT NOUCERIAM. MEILIA. LI. CAPUAM. XXCIIII VALENTIAM. CLXXX/AD. FRETUM. AD STATUAM. CCXXXI./ REGIUM. CCXXXVI/ SUMA. AF. CAPUA. REGIUM. MEILIA. CCCXXI/ ET. EIDEM. PRAETOR. IN SICILIA. FUGITEIVOS. ITALICORUM CONQUAESIVEI. REDIDEI QUE HOMINES. DCCCCXVII. EIDEMQUE PRIMUS. FECEI. UT. DE. AGRO. POPLICO ARATORIBUS. CEDERENT. PASTORES FORUM. AIDISQUE. POPLICAS. HEIC. FECEI”. | Traduzione “Ho costruito la via da Reggio a Capua e vi ho posto tutti i ponti, i miliari e i tabellari. Da qui a Nocera sono *miglia 51, fino a Capua 84, a Vibo Valentia 180, allo stretto presso la statua 231, a Reggio 236. La somma da Capua a Reggio miglia 321. Ed io medesimo, da pretore in Sicilia conquistai i fuggitivi italici e restituii uomini 917. Io per primo feci in modo che dall’agro pubblico i pastori si allontanassero a vantaggio degli aratori. Qui ho costruito un Foro e gli edifici pubblici”. |